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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, II, 76
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originale
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[76] Laudat Africanum Panaetius, quod fuerit abstinens. Quidni laudet? Sed in illo alia maiora; laus abstinentiae non hominis est solum, sed etiam temporum illorum. Omni Macedonum gaza, quae fuit maxima, potitus [est] Paulus; tantum in aerarium pecuniae invexit, ut unius imperatoris praeda finem attulerit tributorum. At hic nihil domum suam intulit praeter memoriam nominis sempiternam. Imitatus patrem Africanus nihilo locupletior Carthagine eversa. Quid? qui eius collega fuit in censura, L. Mummius, num quid copiosior, cum copiosissimam urbem funditus sustulisset? Italiam ornare quam domum suam maluit; quamquam Italia ornata domus ipsa mihi videtur ornatior.
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traduzione
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76. Panezio loda l'Africano per il fatto che fu disinteressato. Ma perch? mai? In lui ci furono altre doti maggiori. La lode di integrit? non ? solo propria di quell'uomo, ma anche di quei tempi. Paolo s'impadron? di tutto il tesoro dei Macedoni, che era enorme, e vers? nell'erario tanto denaro che il bottino di un solo generale permise di mettere fine alle tasse; ma egli non port? niente a casa sua, tranne il ricordo eterno del nome. L'Africano imit? il padre, e, abbattuta Cartagine, non fu per niente piu ricco. E che? Colui che fu suo collega nella pretura, Lucio Mummio, forse che divent? pi? ricco dopo aver distrutto sin dalle fondamenta una citt? ricchissima? Prefer? abbellire l'Italia piuttosto che la sua casa; bench?, abbellita l'Italia, la sua stessa casa mi sembra pi? ornata.
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